NESSO G
Nesso G (Punto Rojo) 2008

1. Brian’s Little Plate
2. Mysteries Of Life
3. The Knight
4. To Be
5. Lullaby Of Rattlesnakes
6. On Green Dolphin Street

Francesco Bigoni – tenor sax (left)
Michele Polga – tenor sax (right)
Danilo Gallo – bass
Tommaso Cappellato – drums

REVIEWS

E’ piuttosto sorprendente nel 2010 ascoltare una musica con le radici ben piantate nelle “new thing” degli anni sessanta e scoprire che gli interpreti sono quattro giovani artisti italiani: i sassofonisti Michele Polga e Francesco Bigoni, il bassista Danilo Gallo e il batterista Tommaso Cappellato. Il disco possiede molti meriti e parecchie indiscutibili qualità. Innanzitutto dimostra quanto la scuola serva e quanto, allo stesso modo, le buone collaborazioni e l’applicazione alla lunga paghino. I due sassofonisti, ad esempio, vantano la partecipazione a corsi di perfezionamento o la frequentazione di musicisti come Stefano Battaglia, Franco D’Andrea, David Liebman…Non sono da meno Tommaso Cappellato che, per un lungo periodo, ha studiato negli Stati Uniti e Danilo Gallo, una delle anime del collettivo “El gallo Rojo”, colonna del “Tinissima quartet”, ma pure inserito in innumerevoli progetti fuori o dentro l’etichetta che distribuisce anche il presente cd. Conoscere la materia, la storia del jazz, è fondamentale, ma l’ispirazione che sorge dall’analisi di uno stile ben definito, in questo caso il free nella accezione più “nera” del termine, non produce un qualcosa di accademico o di imitativo. Siamo lontani dalla riproposizione letterale, in sintesi e, infatti, dei sei brani che compongono la scaletta solo due non sono opera del quartetto e contengono, in generale, elementi originali. Nelle varie tracce i due sassofonisti espongono, quasi sempre, il tema all’unisono e poi si liberano in assoli, a volte contrapposti e a volte simultanei. Vogliono creare un suono, un’atmosfera, un discorso. Non gli interessa primeggiare uno sull’altro in senso “antagonistico”. Il timbro dei due tenori ricorda maestri come John Coltrane o Archie Shepp, ma si apparenta anche ai nuovi campioni del “mainstream free” del “giro” di William Parker, come Daniel Carter, Rob Brown o il più recentemente esploso Greg Ward. Tommaso Cappellato, a sua volta, privilegia un accompagnamento essenziale con un lavoro insistito su cassa e tamburi e un uso parsimonioso dei piatti, per scomporre e ricomporre ritmicamente i diversi brani, rammentando il modus operandi di Ed Blackwell. Danilo Gallo, da parte sua, assesta colpi secchi con il contrabbasso, contribuendo a formare una base ritmica scarna, ma intensa, sulla linea di un Henry Grimes per intenderci.
Le perle del disco sono “To be”, di Coltrane e lo standard “On Green Dolphin Street”. Il pezzo tratto da “Expression” riceve un trattamento tanto solenne quanto aperto e gronda di spiritualità come l’originale nella sostanza, ma contiene la ricerca di un’attualizzazione nella forma. La rilettura dello standard è così personalizzata da omologarlo al resto delle composizioni di cui è costituito il disco. Insomma: “Nesso G” è un ottimo biglietto da visita per un gruppo che si è unito da poco tempo e conferma che l’etichetta “El Gallo Rojo”, qui nelle vesti del nuovo “Punto Rojo”, è una garanzia per una musica mai scontata o routiniera.