MICHELE POLGA
Little Magic
Caligola Records (2015)

1 Too Young For Chocolate
2 Way Of escape
3 Day Light
4 Blue Grass
5 Gi
6 Little Magic
7 Against
8 Dark Green
9 Lost Gift
10 Lost Gift (reprise)

 

All compositions by Michele Polga

Michele Polga (tenor sax, programming on track 10)
Paolo Birro (piano & Fender Rhodes)
Stefano Senni (upright bass)
Walter Paoli (drums)

very special guest
Giulio Polga (woodwinds on track 10)

REVIEWS

Come capita a tutte le riviste del settore, anche
qui a Musica Jazz siamo regolarmente sommersi
da cd provenienti da ogni parte del mondo. Il
livello medio, inutile dirlo, è ormai molto elevato specialmente nell’arena assai affollata del cosiddetto modern mainstream, dove non poche etichette discografiche riescono ancora a stare a galla pescando in un mare assai ricco di musicisti di alta qualità. Eppure, nonostante i confini fisici siano diventati ormai inesistenti e la comunicazione

non abbia più ostacoli, è ancora difficile che le
case discografiche estere si spingano a scoprire e pubblicare i migliori talenti italiani. Se questo disco fosse uscito negli Stati Uniti per la Smoke Sessions, per dirne una, o in Olanda per la Criss Cross, avrebbe già avuto recensioni osannanti e procurato un bel po’ di lavoro ai musicisti che vi suonano. Nella vana attesa che venga giustizia per tutti,
non fatevi intanto scappare quest’album, uno dei migliori dischi di sax tenore usciti in Italia nel 2015 e la prova inconfutabile del grande talento di Michele Polga. Dopo quattro dischi da leader (uno dal vivo) e una notevole quantità di partecipazioni a lavori altrui, il sassofonista veneto ripesca oggi lo stesso quartetto che già aveva inciso l’ottimo «Clouds Over Me» (Caligola, 2009) e ne perfeziona le già brillanti intuizioni, tanto da farci pensare di essere di fronte
a un gruppo ormai stabile: e se così non è ce lo auguriamo. Già, perché in circolazione – e non solo in Italia – c’è ben poca gente che suona con questa forza, lasciando intuire di aver ascoltato e assimilato tutti i grandi dei tempi che furono ma mostrando
di aver saputo trovare un’originalità creativa che
sa mettere in fuga ogni sospetto d’imitazione. Compratelo e ascoltatelo: vi piacerà non poco.

Luca Conti

In quest’ultima fatica discografica Michele Polga insieme alle sue pronunciate qualità di tenor sassofonista conferma ampiamente il suo appassionato orientamento estetico -già dichiarato nei precedenti lavori a suo nome. Dotato di notevole tecnica strumentale, di senso instancabile per la melodia e di un’ampia capacità di sintetizzare in forma organica e unica un ampio patrimonio storico legato al suono del suo strumento -che va da Joe Henderson a John Coltrane passando per Wayne ShorterLittle Magic rappresenta non un punto d’arrivo ma una tappa importante della sua carriera da leader e compositore.

Tornato ad incidere per la Caligola Records, il musicista vicentino senza distanziarsi molto dalla sua visione mainstream del jazz -un concentrato originale di stili moderni che si rifà alla musica dei tre maestri afroamericani già menzionati sopra -si arricchisce di un ulteriore grado timbrico ed espressivo, il piano elettrico Rhodes, che conferisce al sound effetti cangianti e quadri espressivi che oscillano continuamente alternando momenti onirici ad altri più muscolari.

Le tracce racchiudono impronte di elementi provenienti dalla storia del jazz: “Too Young for Chocolate” è un attraente brano dai connotati soul jazz, mentre “Lost Gift” possiede il dono della maestosità coltraniana, declinato in un supremo e imponente suono sassofonistico che a quello del maestro nero americano si ispira. “Gi” approfondisce i rapporti tra il modo “lineare” di intendere il 4/4 e la possibilità di creare asimmetricità ritmica come capita di ascoltare in certa musica newyorkese contemporanea (Greg Osby e Steve Coleman, solo per citare due nomi). Spicca per intensità “Little Magic”: qui più che altrove si realizza pienamente e in forma riuscita il connubio, l’incontro tra l’acustico e l’elettrico (pianoforte e rhodes), tra il sassofono e gli strumenti a tastiera. In “Day Light” tale dialettica viene approfondita e argomentata dall’intero quartetto in forma interattiva, al punto che in certi momenti tutti gli strumenti si pongono sullo stesso grado espressivo annullando temporaneamente il concetto stesso di solismo accompagnato e facendo altresì intravedere una possibile nuova e interessante visione estetica da percorrere. Allo stesso modo, la presenza del woodwinds in “Lost Gift (reprise)” apre un ulteriore grado di fuga verso altre vie stilistiche.

Il progetto si regge armonicamente su un perfetto equilibrio tra i musicisti: solida e fluente, ma anche sostanziosa e pungente, è la sezione ritmica composta da Stefano Senni al contrabbasso e dal bravo Walter Paoli alla batteria; efficace, brillante e puntuale insieme -al contempo deciso e marcato -è il tratto pianistico che contraddistingue lo stile di Paolo Birro.

Con assoluta convinzione ed evidente padronanza tecnica Michele Polga declina un intero ed ampio frasario modernista, dando forma ad un’opera in cui si concentrano mirabilmente esempi di esperienze musicali ben realizzate e in grado di rendere “Little Magic” un disco di buona levatura. Con questo lavoro il musicista veneto si ritaglia uno spazio importante nel panorama jazzistico italiano.

Torna a pubblicare con Caligola il vicentino Michele Polga, uno dei più interessanti e originali tenorsassofonisti attivi oggi in Italia, dopo due dischi incisi per Abeat in quintetto con Fabrizio Bosso: «Live at Panic» (2011) e «Studio Session» (2013). Questo suo nuovo lavoro – ma non troppo, a leggere la data di registrazione – ci riporta invece al precedente Cd Caligola, «Clouds over me», che vede all’opera lo stesso quartetto, completato da musicisti sensibili e virtuosi come Paolo Birro – più impegnato al Rhodes che al piano acustico – Stefano Senni e Walter Paoli (nota: l’”ospite molto speciale” dell’ultimo titolo è il suo piccolo figlio Giulio). Chi ha ascoltato l’album del 2008, troverà qui molte affinità con quei climi sognanti, spesso rarefatti, ma sempre intrisi di pregnante musicalità. Ma scoprirà allo stesso tempo un musicista molto maturato, ormai pienamente consapevole dei propri mezzi espressivi, e quindi senza alcun timore reverenziale verso i grandi maestri, passati (Coltrane) e presenti (Shorter).
I brani del disco portano tutti la firma dal leader ed evidenziano, pur con atmosfere diverse (dalla sognante Way of escape alla più aggressiva Day light, quasi “free”), una marcata continuità espressiva, facendo di «Little magic» un’opera estremamente coerente e lineare, da ascoltare tutta d’un fiato. Ci vengono in aiuto le belle parole spese nelle note di copertina da Luca Conti, direttore del mensile Musica Jazz: “non fatevi scappare quest’album, uno dei migliori dischi di sax tenore usciti in Italia nel 2015 e la prova inconfutabile del grande talento di Polga. Dopo quattro dischi da leader (uno dal vivo) e una notevole quantità di partecipazioni a lavori altrui, il sassofonista veneto ripesca oggi lo stesso quartetto che aveva inciso l’ottimo «Clouds Over Me» e ne perfeziona le già brillanti intuizioni … in circolazione – non solo in Italia – c’è ben poca gente che suona con questa forza, lasciando intuire di aver ascoltato e assimilato tutti i grandi dei tempi che furono ma mostrando di aver saputo trovare un’originalità creativa che sa mettere in fuga ogni sospetto d’imitazione.”.